Intervista a Biagio Botti

 

1. Partiamo dal titolo della tua ultima opera: Senza musica. Intanto, si può realmente vivere “senza musica”?
La Musica è parte della creazione, è un mistero naturale, non se ne può fare a meno. “Senza Musica” perché ho sempre pensato che i miei testi o, almeno alcuni di essi, potessero stare molto bene anche, appunto, Senza la musica. Questo è il motivo più banale. E comunque non sono solo canzoni, ma anche pensieri sparsi. L’altro motivo, più intimo e cupo, è che nonostante il mio grande amore per la musica, le esperienze negative che ho vissuto e la totale mancanza di riscontro altrui, ma anche il mio complesso mondo interiore e le mie tenaci resistenze psicologiche – nonché il mio non scendere mai a compromessi, mi hanno portato ad avere un rapporto conflittuale con essa… tanto da starne senza per lunghi periodi di tempo. Con la musica è una riconciliazione continua, ed esattamente come accade nelle storie d’amore importanti, c’è da soffrire-lottare-curare…”.

2. Quali sono, a tuo avviso, i punti di forza del tuo libro?
Autenticità, liriche abissali tra carne e spirito, dualismo tra individuo e società. Il tutto dentro a storie personali e altre vissute indirettamente.

3. Cosa pensi della canzone italiana e, in generale, della forma artistica di una composizione poetica?
La CANZONE Italiana, per me non c’è più, ovviamente parliamo delle canzoni famose… perché credo invece, ci siano Artisti che la facciano ancora, come me, ma che non avendo i numeri… I cosiddetti signori della discografia italiana non vedono neppure lontanamente. Non c’è volontà di tornare a dar spazio alla competenza e alla vera attitudine dell’essere Artista.

4. Su cosa dovrebbero soffermarsi gli scrittori di oggi?
Non credo alle linee guida, credo alle proprie verità e competenze stilistiche. E se sei sincero, in teoria, il lettore lo sente…

5. Secondo te, è più formativo scrivere o leggere?
Forse leggere è più formativo. Scrivere è un bisogno dell’anima di esternare il proprio mondo interiore e le proprie visioni. Ci vuole anche coraggio e un pizzico di vanità. Può formare anche Scrivere, indubbiamente. Come sempre dico, è soggettivo.

6. Chi è Biagio Botti?
È un uomo che lotta ogni giorno per essere il più autentico possibile, che non è “Essere sé stessi”, è una cosa molto più ampia e profonda. Sempre in polemica con sé stesso e con il sistema di questo mondo. Instabile, polemico, complicato, dolce, fragile, a volte egoista a volte slanci di generosità.

7. Quale consiglio daresti a un giovane scrittore?
Di avere la forza di non farsi condizionare da quei signori che dettano le regole sulla base dei numeri, e che nulla hanno a che fare con l’umanità, la Bellezza, l’Arte.

8. E a un giovane cantautore?
Idem risposta 7.

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