Intervista a Sara Calvitto

 

1. Partiamo dal titolo del tuo ultimo romanzo: L’inverno di Maddalena.
Chi è Maddalena e cosa c’entra l’inverno?
Maddalena è una ragazzina di tredici anni, orfana di madre, molto vitale combattiva e con una certa vivacità intellettiva. Spinta dall’idea di avere una vita serena e piena, finisce in una setta pseudoreligiosa dove conoscerà privazioni e soprusi, ma capirà anche la verità su se stessa e sul perché della sua inquietudine.  L’inverno simboleggia la stagione buia e tetra della sua vita, ma come scrivo nel libro Maddalena saprà sempre far tornare l’estate nel suo cuore.

2. Quali sono, a tuo avviso, i punti di forza del libro?
L’inverno di Maddalena mostra le dinamiche delle sette religiose e motivazionali, argomento che ho studiato per quattro anni mentre scrivevo il libro. Spero che le persone leggendo la storia di Maddalena si rendano conto di quanto pervasiva sia la strategia delle sette, che si insinuano in tutti gli ambiti della vita portando le persone a lasciare il lavoro, isolarsi dagli amici e dai familiari, mettere in mano la propria vita a un cosiddetto Maestro.

3. Cosa pensi, in generale, della letteratura italiana di oggi?
Credo che la letteratura in Italia sia molto peggiorata. Le grandi case editrici puntano soprattutto sugli autori stranieri, o sui libri scritti da cosiddetti vip, che non sempre hanno qualcosa di interessante da dire. La piccola editoria lascia spazio ad autori di nicchia: talvolta si trovano dei piccoli gioielli della narrativa, altre volte sono opere di scarso valore. Ultimamente ha preso piede il fenomeno dei libri autoprodotti, che mi lascia molto perplessa, perché un editore che faccia da filtro ci vuole a mio avviso.

4. Di cosa dovrebbero scrivere, su cosa dovrebbero soffermarsi, gli scrittori di oggi?
Gli scrittori di oggi dovrebbero raccontare la realtà più vicina a loro.  “Scrivi del tuo villaggio e sarai universale”, diceva Tolstoj.

5. Secondo te, è più formativo scrivere o leggere?
Credo che sia più formativo scrivere, soprattutto se per costruire la storia si devono fare delle ricerche in campi dove lo scrittore non è esperto.

6. Chi è Sara Calvitto?
Sono laureata in Filosofia, in passato ho fatto per tre anni la cronista locale nella zona del Nord Milano. Il mio primo libro, Una volta normale, parlava della crisi del 2008 delle banche americane e delle sue ripercussioni sulla vita di una giovane donna di nome Viola e della sua insegnante Elisa. Ho sempre avuto la passione per la scrittura da quando ero piccola e spero di scrivere molti altri libri!

7. Quale consiglio daresti a un giovane esordiente?
Di non cedere alla sirena incantatrice delle case editrici a pagamento.

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